giovedì 4 dicembre 2008

Hausaufgabe


Heute habe ich leider keine Inspiration, etwas über Alkohol zu schreiben. Ich habe gedacht, dass jemand sicher schon etwas Sympathisch darüber gesagt hat und habe darum im Internet gesucht.
Die Römer haben uns gelehrt „In vino veritas“; das heißt im Wein ist Wahrheit. Baudelaire, sehr bekannt für seine Unmäßigkeit, schrieb „Wer nur Wasser trinkt, hat sicher etwas zu verstecken.“
Ich habe entdeckt dass Ernest Hemingway sehr weise sagte: „Oft muss ein intelligenter Mann sich betrinken um seine Zeit zwischen Dummköpfen zu verbringen“ und Victor Hugo dachte: „Gott hat nur Wasser geschaffen, aber Menschen haben Wein gemacht.“
Eine der besten geistreichen Bemerkungen ist von dem Amerikanischen Komiker Henny Youngman: „Nachdem ich die ganze Liste mit alle möglichen Alkoholsschaden gelesen habe, habe ich sofort aufgehört, solche Dinge zu lesen.“
Im Internet habe ich auch zwei Deutsche Sprichwörter gefunden, die unbedingt erwähnt werden müssen. Das erste sagt „Alkohol ist keine Antwort, aber beim Trinken vergisst man die Frage“. Das zweite ist einfach: „Im Wein ist Weisheit, im Bier ist Stärke, im Wasser sind Bakterien“.
So schließlich... Prost oder zum Wohl!

giovedì 6 novembre 2008

Era solo un piccolo pezzo di carta!



Torino, 30 ottobre 2008. Corso Vittorio Emanuele II, ore 14.30. A piedi me ne sto tornando a casa dalla manifestazione in centro.

A dieci metri da me un uomo esce dal tabaccaio, scarta impaziente il pacchetto di sigarette appena comprato e getta i pezzi di involucro per terra.
Il gesto così naturale mi irrita proprio per la sua spontaneità. Conto fino a dieci prima di parlare. Indugio sul suo giubbotto riflettente giallo con la scritta “Cooperativa Arcobaleno”. Eppure sembra un nome soave...
Quando mi decido ad aprire bocca, il signor GiubbaGialla sta già salendo sul camioncino dal lato del passeggero. La mia voce deve giungergli affievolita ma capisce che mi sono rivolta a lui; mentre il camioncino si allontana, abbassa il finestrino: «Mi dica, signora!». «Per i rifiuti esistono i cestini!». Il gesto con la mano è eloquente del fatto che non abbia gradito la mia osservazione.

Poco più avanti il camioncino si ferma e il signor GiubbaGialla scende. Ha notato che ho la macchina fotografica al collo e mi viene incontro.
«Vuole il mio tesserino? No, perchè chi è lei per farmi la foto? Si qualifichi!»
«Le ho solo detto che per i rifiuti ci sono i cestini.»
«La carta? Ma se era un pezzo piccolissimo!»
«Anche per un pezzo piccolo, si deve usare il cestino.»
GiubbaGialla incalza, passando dal lei al tu. «Oh, ma non ho capito, chi sei tu e perchè mi devi fare la foto?»
«Se ha qualche lamentela da fare, chiami i vigili. Io non ho problemi.» (Chissà perchè ho detto i vigili e non la polizia. Mah!)
Intanto anche il guidatore, il signor GiubbaGiallaBis, scende dal furgone. Anche se siamo in una via frequentata ed in pieno giorno, il mio istinto mi spinge a tenere d’occhio anche lui, ma noto che si tiene in disparte senza parlare, forse per prendere distanza dal suo collega.
GiubbaGialla continua: «Voglio capire chi ca...o sei tu per venirmi a dire che butto la carta e pure farmi le foto!»
«Guardi, io le ho solo fatto notare che non è educato buttare carta per terra.»
«Sì, e sei educata tu! Ma qualificati se mi devi fare la foto, hai capito? Qualificati!»
«Ha ragione. Sono così maleducata che continuo perfino a darle del lei.»
Qualcuno per strada si incuriosisce ed interrompe le sue conversazioni per ascoltare la nostra. GiubbaGialla si ferma ad un portone e fa per suonare il citofono. Alza di più la voce: «Ma chi ti credi di essere?» Volto le spalle e proseguo per la mia strada. «Di sicuro una persona più educata di lei!»
Mentre mi allontano lo sento borbottare un sentito «Ma vaffanculo!»

E’ incredibile. Se non fosse successo a me quasi non ci crederei.
Eh, già. Eppure era un pezzo di carta piccolissimo!
Sorrido.
Ma è un sorriso amaro. Penso che finché in Italia esisteranno dei signori GiubbaGialla non dobbiamo meravigliarci che capitino cose contro le quali abbiamo manifestato oggi.

mercoledì 16 luglio 2008

Vuoi essere assunto? Prima firma le dimissioni!


5 marzo 2008: nuova legge! D’ora in poi solo più dimissioni on line.
25 giugno 2008: come non detto, legge abrogata!

I giornali non ne hanno parlato e nemmeno i notiziari in TV. L’ho scoperto per caso, grazie ad una mail inviata dall’ufficio personale a tutti i dipendenti. “Facendo seguito alle note del 21 e 28 marzo u.s., si comunica che il D.L. 112 del 25.6.2008 ha abrogato la L. 188/2007 che prevedeva la procedura telematica, a carico dei lavoratori, per la presentazione delle dimissioni che torneranno, pertanto, ad essere presentate direttamente al Servizio Personale debitamente vistate dal proprio Responsabile.
La notizia mi ha un po’ seccato. L’istinto è stato quello di controllare subito il sito del Ministero del Lavoro per saperne di più. Non c’era molto a dire il vero, se non una laconica paginetta.



A pranzo, commentando la comunicazione ricevuta , mi ha stupito notare che molti miei colleghi non sapevano nemmeno di cosa si stesse parlando. Quindi faccio un passo indietro.

La legge 188/2007, emanata dal precedente governo, trattava le "Disposizioni in materia di modalità per la risoluzione del contratto di lavoro per dimissioni volontarie della lavoratrice, del lavoratore, nonché del prestatore d’opera e della prestatrice d’opera" ed in particolare istituiva una procedura informatica per presentare le dimissioni al proprio datore di lavoro.
L’idea alla base della legge era fondamentalmente quella contrastare il fenomeno delle “lettere di dimissione in bianco”. Molte aziende, infatti, attuano una sorta di ricatto imponendo come requisito per l’assunzione la firma di una lettera di dimissioni senza data, allo scopo di poter “licenziare” senza problemi il dipendente, anche al di là delle motivazioni previste dalle leggi sul lavoro.
Con la creazione della procedura informatica, la presentazione delle dimissioni al datore di lavoro doveva avvenire su un modulo preventivamente compilato dal lavoratore via web sul sito del Ministero del Lavoro. Il modulo rappresentava l’unica modalità valida, rendendo nulle le dimissioni presentate in altra forma. Oltre a ciò, esso era caratterizzato da una validità di 15 giorni ed identificato da un codice progressivo. A garanzia che le dimissioni fossero un atto volontario del lavoratore e non inquinate da qualsiasi sorta di vizio, c’erano quindi tre elementi: data verificata via web, codice progressivo, scadenza di 15 giorni. La legge riguardava tutti i tipi di lavoratori, non solo i classici dipendenti ma anche i più flessibili detentori di contratti di “somministrazione” tra i più disparati come collaborazioni occasionali, co.co.co., co.co.pro.
Ebbene… Tutto questo è durato poco più di tre mesi e fa già parte del passato! Come ho anticipato all’inizio, l’attuale governo ha infatti emanato il Decreto Legge 112 del 25/06/2008, “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione Tributaria”, che tra i vari provvedimenti, ha abrogato la legge 188/2007, ripristinando la situazione precedente ed annullando completamente l’intera procedura delle dimissioni via web.
Che dire? La pratica delle dimissioni in bianco è naturalmente illegale. Nel mio piccolo conosco due persone che hanno dovuto cedere al ricatto della lettera precompilata in cambio del posto di lavoro. Credo che il fenomeno sia purtroppo molto più esteso di quanto si creda, anche perché difficilmente chi ne è protagonista ne parla apertamente, forse per quella strana inclinazione tipica degli esseri umani per cui chi subisce delle ingiustizie prova più vergogna di chi le commette.
Devo ammettere che essendo stata in passato socia di una azienda, ho sperimentato direttamente come la ricerca di collaboratori capaci e volenterosi non sia affatto semplice. Forse fa parte di ciò che viene comunemente definito il rischio imprenditoriale? In ogni caso trovo profondamente scorretto ricorrere a espedienti di questo tipo e soprattutto amaro costruire un rapporto di lavoro sulle basi dell’inganno e della minaccia.

Girovagando sul web mi sono imbattuta su diverse critiche alla legge 188/2007, soprattutto relative al fatto che la procedura on line fosse poco chiara, piuttosto complessa e che rendesse eccessivamente burocratico l’iter delle dimissioni. Ad esempio, il lavoratore che non si sentiva in grado di effettuare l’operazione via web doveva infatti rivolgersi ad uffici autorizzati, i quali a loro volta dovevano essere preparati a questo tipo di assistenza.
Invece di snellire la procedura o di migliorarla nei punti deboli, il nuovo decreto la cancella con un colpo di spugna e mi pare che rappresenta una sorta di regressione. E’ vero che si tratta solo di un decreto legge, cioè di un provvedimento che si estingue se non viene convertito in legge entro 60 giorni… Ma trattandosi di una manovra molto più ampia con cui il governo ha intenzione di intervenire nell’ambito dello sviluppo economico e della competitività, credo che la legge non tarderà ad essere promulgata.

In tutto ciò il silenzio dei mezzi di comunicazione è scoraggiante. Per fortuna Internet non rimane senza voce!

Alcuni spunti se vi interessa approfondire il tema:
- la pagina di Wikipedia sul tema dimissioni: link
- la pagina del Comune di Torino sulla procedura di dimissioni on line: link
- la pagina sul portale dei Consulenti del Lavoro: link
- il fac-simile del modulo per le dimissioni on line: link

mercoledì 25 giugno 2008

Indizi d'estate


E' estate.
Da qualche giorno, improvvisa.
E' come se il signor Tempo avesse notato tutto d'un tratto la data sul calendario e di corsa si fosse affrettato a preparare la stagione, stanco delle lamentele e dei borbottii in sottofondo.
A Torino saliamo oltre i 30 gradi e si inizia a boccheggiare. Dopo oltre un mese di maltempo, le piogge e la commozione per i tragici epiloghi si sono placate, proprio come l'acqua del Po e della Dora sotto i nostri ponti.
Da lunedì 23/06/08 è estate anche per me.
Sono uscita con solo una canottiera, ho indossato scarpe senza calze, ho patito l'arsura in giro per commissioni. A casa ho preparato il tè freddo come faceva mia mamma e sono uscita dalla doccia già sudata.
Soprattutto siamo andati a sentire il primo concerto all'aperto della stagione: Roy Paci al Parco De Gasperi di Settimo Torinese. La musica coinvolgente ed irriverente, l'atmosfera calda, il bar all'aperto con gli ombrelloni. Le ragazze svestite. I ragazzi in fibrillazione.
Gente che ha voglia di ballare e cerca il fresco di una serata limpida sotto la collina torinese.
E non è mancato l'Autan.
Mi sembra proprio che i segni ci siano tutti.
Buona estate!

martedì 13 maggio 2008

Auguri




Un pensiero.
Un bacio.
Un sorriso.
Buon compleanno al mio compagno di viaggio.

giovedì 1 maggio 2008

Torino, 1 maggio 2008



La sconfitta della sinistra alle recenti elezioni pare bruci ancora lungo il corteo, con lo smacco di aver registrato a Torino un inutile successo.
Nonostante tutto, animati da un grintoso orgoglio, tanti hanno voluto esserci. In mezzo ad anziani e famiglie con bambini, sventolano bandiere di tutti i colori e l'occhio mi cade su molteplici dettagli rossi: chi porta una cravatta, chi un fazzoletto o una piccola coccarda, chi ha messo il foulard al collo del cane.
Tra quelle che sfilano, non sono molte le formazioni a proporre musica; ma chi la suona lo fa ad alto volume. Modena City Ramblers e Bella Ciao vibrano in via Roma. I più allegri sono i giovanissimi, sorridono e ballano, forse più fiduciosi nel futuro, magari anche grazie a quel pizzico di incoscienza che a quell'età permette di pensare al domani in maniera meno pessimista. Poco distante dal percorso del corteo osservo con orgoglio i turisti che iniziano a fare di Torino una meta per i ponti di vacanza. Mangiano i loro panini sulle panchine o scrutano la cartina per decidere la destinazione successiva. Qualcuno incuriosito si mescola ai manifestanti.
Il tema di quest'anno è "Sicurezza del lavoro, sicurezza sul lavoro". Il simbolo è il caschetto antinfortunistico, molti lo indossano sfilando. Con il ricordo ancora vivo della tragedia ThyssenKrupp, mi sale il magone davanti allo striscione che raffigura un muro di mattoni su cui si stagliano nome ed età dei lavoratori del settore edile, morti sul lavoro nell'ultimo anno in provincia di Torino. Sono 37. Dietro quei nomi immagino le famiglie spezzate in un dolore silenzioso, che il tempo rende ovattato ma non meno intenso.

Non poteva esserci giorno più adatto per visitare "ROSSA. Immagine e comunicazione del lavoro 1848-2006"... Patrocinata dalla Cgil per il centenario della sua fondazione, la mostra racconta storia ed evoluzione del lavoro, dei suoi simboli e delle sue battaglie. Lo spazio enorme del PalaFuksas a Porta Palazzo ospita (ancora fino al 4 maggio) una vasta esposizione multimediale che conduce in un percorso storico partendo dalle società operaie di mutuo soccorso e dalle origini del 1° maggio fino al lavoro dei giorni nostri.
Ho trovato l'allestimento davvero dinamico ed originale. L'idea di seguire il movimento dei lavoratori in una serie di tappe cronologiche viene sviluppata proponendo molteplici spunti: filmati da guardare, pannelli con manifesti e fotografie in bianco e nero su cui soffermarsi, testimonianze ed interviste da ascoltare.
L'installazione per me più originale: la vetrina con le tute blu degli operai di tante industrie italiane, messe in fila a voler simboleggiare quel popolo di lavoratori accomunato da nord a sud da una tuta e dal mondo della fabbrica, che solo chi l’ha vissuto può davvero capire. E ancora un’incudine di 220 Kg simbolo della fatica e della capacità dell’uomo di plasmare la materia. Un’installazione multimediale che mostra il prima e dopo degli impianti industriali: quelli che si evolvono nel progresso tecnologico, come nel caso di Fiat Mirafiori e quelli che cambiano destinazione, come l’ex stabilimento Pirelli a Milano che è stato riconvertito in sede universitaria.
Chiude il percorso un muro dei Post-it su cui ogni visitatore può lasciare una propria traccia affidando ad un bigliettino giallo un breve messaggio o anche solo la testimonianza di essere stato lì, indicando semplicemente nome e professione.
Sono uscita pensando come tanti diritti che oggi ci sembrano così scontati sono in realtà frutto di oltre un secolo di lunghe battaglie e di chissà quante morti invisibili sul lavoro. Tante vite che ancora ai giorni nostri non siamo in grado di proteggere.

domenica 27 aprile 2008

Il primo post è forse il più difficile...



Avrei un sacco di cose da dire e su cui scrivere! Mi rendo conto però che il primo post è quello a cui è affidato l'arduo compito di presentare il nuovo blog e che ne dovrebbe esporre l'impronta. Ebbene, lo ammetto, io non ho ancora idea di che tipo di blog sarà questo! E' da tempo che pensavo di provare a crearne uno, finché una sera così per curiosità, l'ho fatto.
Ed ora eccomi qui.

Innanzitutto penso sia doveroso spiegare la scelta del titolo. Pensando alla mia vita e a tutto ciò che faccio mi viene in mente l’idea di un percorso che si snoda nel tempo, proprio come un viaggio. Idea abbastanza banale, penserete voi. Ne prendo atto.
Forse il sottotitolo gode di maggiore originalità. E’ che la mia visione della vita è quella di un enorme insieme non ordinato di input: sono spunti che giungono sotto forma di eventi, sensazioni, esperienze, incontri, testimonianze. A questi, come vuole il fondamentale paradigma informatico, seguono i miei output che sono a volte pensieri, spesso dubbi, ma anche opinioni, emozioni, impressioni. Ho molti interessi e vedo questo blog come un modo per fissare le idee e magari scorrerle dopo un po’ di tempo. La scelta di un titolo molto generico me lo permette, quindi potrebbe capitarmi di parlare di informatica, lingue, sport, mostre, cinema, montagna e chissà cos’altro.

Mi piace l’idea di lasciare una mia traccia nell’immenso mondo che è il web...
Avrò tempo di starmi dietro?