giovedì 1 maggio 2008

Torino, 1 maggio 2008



La sconfitta della sinistra alle recenti elezioni pare bruci ancora lungo il corteo, con lo smacco di aver registrato a Torino un inutile successo.
Nonostante tutto, animati da un grintoso orgoglio, tanti hanno voluto esserci. In mezzo ad anziani e famiglie con bambini, sventolano bandiere di tutti i colori e l'occhio mi cade su molteplici dettagli rossi: chi porta una cravatta, chi un fazzoletto o una piccola coccarda, chi ha messo il foulard al collo del cane.
Tra quelle che sfilano, non sono molte le formazioni a proporre musica; ma chi la suona lo fa ad alto volume. Modena City Ramblers e Bella Ciao vibrano in via Roma. I più allegri sono i giovanissimi, sorridono e ballano, forse più fiduciosi nel futuro, magari anche grazie a quel pizzico di incoscienza che a quell'età permette di pensare al domani in maniera meno pessimista. Poco distante dal percorso del corteo osservo con orgoglio i turisti che iniziano a fare di Torino una meta per i ponti di vacanza. Mangiano i loro panini sulle panchine o scrutano la cartina per decidere la destinazione successiva. Qualcuno incuriosito si mescola ai manifestanti.
Il tema di quest'anno è "Sicurezza del lavoro, sicurezza sul lavoro". Il simbolo è il caschetto antinfortunistico, molti lo indossano sfilando. Con il ricordo ancora vivo della tragedia ThyssenKrupp, mi sale il magone davanti allo striscione che raffigura un muro di mattoni su cui si stagliano nome ed età dei lavoratori del settore edile, morti sul lavoro nell'ultimo anno in provincia di Torino. Sono 37. Dietro quei nomi immagino le famiglie spezzate in un dolore silenzioso, che il tempo rende ovattato ma non meno intenso.

Non poteva esserci giorno più adatto per visitare "ROSSA. Immagine e comunicazione del lavoro 1848-2006"... Patrocinata dalla Cgil per il centenario della sua fondazione, la mostra racconta storia ed evoluzione del lavoro, dei suoi simboli e delle sue battaglie. Lo spazio enorme del PalaFuksas a Porta Palazzo ospita (ancora fino al 4 maggio) una vasta esposizione multimediale che conduce in un percorso storico partendo dalle società operaie di mutuo soccorso e dalle origini del 1° maggio fino al lavoro dei giorni nostri.
Ho trovato l'allestimento davvero dinamico ed originale. L'idea di seguire il movimento dei lavoratori in una serie di tappe cronologiche viene sviluppata proponendo molteplici spunti: filmati da guardare, pannelli con manifesti e fotografie in bianco e nero su cui soffermarsi, testimonianze ed interviste da ascoltare.
L'installazione per me più originale: la vetrina con le tute blu degli operai di tante industrie italiane, messe in fila a voler simboleggiare quel popolo di lavoratori accomunato da nord a sud da una tuta e dal mondo della fabbrica, che solo chi l’ha vissuto può davvero capire. E ancora un’incudine di 220 Kg simbolo della fatica e della capacità dell’uomo di plasmare la materia. Un’installazione multimediale che mostra il prima e dopo degli impianti industriali: quelli che si evolvono nel progresso tecnologico, come nel caso di Fiat Mirafiori e quelli che cambiano destinazione, come l’ex stabilimento Pirelli a Milano che è stato riconvertito in sede universitaria.
Chiude il percorso un muro dei Post-it su cui ogni visitatore può lasciare una propria traccia affidando ad un bigliettino giallo un breve messaggio o anche solo la testimonianza di essere stato lì, indicando semplicemente nome e professione.
Sono uscita pensando come tanti diritti che oggi ci sembrano così scontati sono in realtà frutto di oltre un secolo di lunghe battaglie e di chissà quante morti invisibili sul lavoro. Tante vite che ancora ai giorni nostri non siamo in grado di proteggere.

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