sabato 20 marzo 2010

E poi la sete


È severamente vietato:
1. immergersi in acqua;
2. riempire d'acqua orci, secchi, bottiglie e qualsiasi tipo di recipiente;
3. immagazzinare acqua, in qualsiasi modo;
4. bere;
5. vivere, aveva inciso qualcuno in fondo alla lastra d'acciaio.

E' il cartello che compare nelle prime pagine del libro e che rende bene l'atmosfera irreale in cui si viene sin da subito catapultati.

Dopo una catastrofe climatica avvenuta nel 2088, siamo in un paese europeo in cui le risorse idriche sono state privatizzate e l'acqua è diventata un bene di lusso. A miseria, disperazione, malattie si aggiunge uno scandalo politico che scatena nel paese una sorta di guerra civile che non risparmia alcun tipo di violenza. Si trovano a resistere insieme due persone che dovrebbero essere nemiche: Sarah, medico e figlia del presidente dello Stato, e Gaël, tossicodipendente quindicenne, figlio del giornalista venuto in possesso di un dossier sui complotti del regime. Scatta una vera e propria lotta per la sopravvivenza, una lotta cruda, spietata quanto dolorosa, che ha il suo obiettivo nella corsa contro il tempo per arrivare, vivi, ad una fonte d'acqua.

Una brillante Alessandra Montrucchio ha presentato ieri questo suo ultimo libro "E poi la sete", in una serata informale e gustosa. Ha ospitato l'evento una libreria del centro di Torino che ha fatto della commistione tra il ferro indutriale e le pagine di cultura un suo stile originale.
Come racconta la stessa Alessandra, il tutto è nato da una frase durante una discussione in cena tra amiche: "E dire che nel prossimo futuro l'oggetto del contendere non sarà più il petrolio, ma l'acqua."
Da questa osservazione è partita l'idea, sono iniziati gli studi e gli approfondimenti su temi quanto mai attuali, che dopo quasi quattro anni si sono concretizzati in queste 270 pagine.

In Italia è stato approvato lo scorso novembre 2009 il contestato decreto Ronchi; ora alle prese con la campagna elettorale per le elezioni regionali il tema dell'acqua viene ogni tanto sollevato. Tra l'altro, proprio oggi c'è a Roma la manifestazione contro la privatizzazione, con lo slogan "L'acqua è di tutti e deve essere pubblica." Ma la gestione delle risorse idriche può diventare un business vero e proprio come descrive in dettaglio questo servizio dell'Espresso.

Certo "E poi la sete" è un romanzo, è una storia inventata, avvincente quanto drammatica. Ma possiamo mettere la mano sul fuoco che lo scenario terrificante che fa da sfondo alle vicende sia completamente estraneo al nostro futuro?