venerdì 6 marzo 2009

Es ist Zeit

Corona (Paul Celan)

Aus der Hand frißt der Herbst mir sein Blatt: wir sind Freunde.
Wir schälen die Zeit aus den Nüssen und lehren sie gehn:
die Zeit kehrt zurück in die Schale.

Im Spiegel ist Sonntag,
im Traum wird geschlafen,
der Mund redet wahr.

Mein Aug steigt hinab zum Geschlecht der Geliebten:
wir sehen uns an,
wir sagen uns Dunkles,
wir lieben einander wie Mohn und Gedächtnis,
wir schlafen wie Wein in den Muscheln,
wie das Meer im Blutstrahl des Mondes.

Wir stehen umschlungen im Fenster, sie sehen uns zu von der Straße:
es ist Zeit, daß man weiß!
Es ist Zeit, daß der Stein sich zu blühen bequemt,
daß der Unrast ein Herz schlägt.
Es ist Zeit, daß es Zeit wird.

Es ist Zeit.

Non so se Paul Celan sia un autore studiato nelle scuole italiane, per lo meno alle superiori. Quando studiai io letteratura, affrontammo esclusivamente i pochi, soliti autori tedeschi, tra cui Celan non figurava.
Bene, durante l'ultima lezione di tedesco la nostra insegnante ci ha proposto alcuni brani letterari ed abbiamo lavorato su questa sua poesia. Mi è subito parsa molto particolare e questo ha stuzzicato la mia curiosità. Internet mi ha permesso di trovare non solo il testo, ma anche le impressioni e le note di una traduttrice e soprattutto la poesia letta dall'autore stesso, morto suicida nella Senna nel 1970.

Se le parole avevano colpito la mia attenzione per gli abbinamenti quasi impenetrabili, ho trovato ancora più intensa l'interpretazione dello stesso poeta. La cadenza della voce, il ritmo e gli accenti su alcune frasi sembra che riescano quasi ad aprire una piccola breccia nell'oscuro significato.
Non è da tutti i giorni poter leggere una poesia e sentirla recitare da chi l'ha scritta no?